18 nov 2011

Intervista di Maurizio Alessandrini, fondatore del FAVIS

Alcune settimane fa ho postato i link all'intervista a Fabio Alessandrini, figlio di Maurizio fondatore della FAVIS, e alcuni estratti delle cose che ha detto durante l'intervista.

Ora ho trovato un'intervista radiofonica (prima parte, seconda parte) a Maurizio, il padre, rilasciata circa una settimana prima della decisione del figlio di parlare pubblicamente per la prima volta.

Ascoltando ciò che dice il padre e le sue accuse, diventa ora più chiaro perché Fabio, nella sua successiva intervista, si è tanto dilungato sugli aspetti della vita sessuale dei genitori, cosa che a me era risultata all'epoca poco comprensibile e mi aveva decisamente infastidita.

Le parole e il pensiero di Maurizio Alessandrini (il padre) sono molto interessanti perché rendono chiare le motivazioni delle associazioni antisette per la reintroduzione del reato di plagio abolito (con giusta ragione) oltre 30 anni fa. Sono parole che mi fanno rabbrividire e mi fanno ulteriormente riflettere su quanto una legge del genere sarebbe liberticida. Non sarebbe una legge a tutela della "mente umana", ma servirebbe a impedire alle persone di credere a ciò che vogliono. Nel caso si impuntassero a volerlo fare verrebbero punite dalle legge e con loro sarebbero puniti i propugnatori di filosofie, dottrine, credenze e pratiche che si discostano dalla "vera religione", qualunque essa sia.

Alessandrini sostiene che è sempre necessario conservare lo spirito critico, anche per il bene della democrazia. Sono del tutto d'accordo. Non si offenderà quindi Alessandrini se uso il pensiero critico per analizzare molto brevemente le sue parole (qui la trascrizione quasi integrale della sua intervista, su cui invito tutti a riflettere utilizzando il loro spirito critico).

A) I numeri: Alessandrini cita uno studio da cui risulterebbe che un milione e mezzo di persone sono coinvolte in sette che distruggono la mente. Si tratterebbe di un "cancro sociale" di cui i politici non si interessano. Alessandrini non cita gli autori dello studio, ma noi sappiamo chi sono (se ne è anche parlato qui).

Il censimento del "circa un milione e mezzo di aderenti" è a cura del CESNUR. Il numero si riferisce agli appartenenti a minoranze religiose (scendere un po' per trovare le tabelle). Tra di essi, 409.000 protestanti, 107.000 buddisti, quasi 200.000 tra cristiani ortodossi o altri non riformati, ebrei, musulmani, tradizioni orientali varie.

A sentire Alessandrini, però, si tratterebbe indistintamente di "sette" che praticano il "menticidio" e perciò seminano "vittime". Che lui difenderebbe.

Il mio senso critico mi porta a temere che il risultato del discorso di Alessandrini sia la generazione di panico morale. Dipinge una realtà di "cancro sociale" che in effetti non esiste, a meno di non voler considerare cancerogeno chi si discosta dalla "vera religione" (cattolica? La sua?).

B) Gli unici esempi italiani che Alessandrini e il giornalista fanno del plagio di cui si macchierebbero indistintamente le minoranze religiose sono Mamma Ebe, un non meglio identificato santone brasiliano, delle ancor meno identificate "sette sataniche" e naturalmente il figlio di Alessandrini, Fabio, che sarebbe stato plagiato, ipnotizzato, usato sessualmente e ridotto a una "regressione infantile" ("peggio di un bambino") dalla sua "santona".

C) Secondo Alessandrini, tutte queste "sette" sarebbero l'incarnazione stessa del Male, cioè di Satana. Tutte le "sette" sarebbero quindi delle "altre forme" di satanismo. Aggiunge poi che "il satanismo è un movimento che è anche a livello mondiale e che gestisce un certo potere." Un potere che "il satanismo" (??) condividerebbe con il sempreverde complotto giudaico/massonico (i giudei non vengono nominati, si parla di "grandissima economia" ma direi che il concetto sottostante non cambia) e con gli ideali del nazismo.

Anche in questo caso, mi pare che l'esito del discorso di Alessandrini sia il panico morale. Paventa infatti complotti occulti e gli spettri di un passato le cui cause lui attribuisce alle credenze esoteriche di Hitler e delle SS, che sarebbero state un "ordine monacale".

Alessandrini mi voglia perdonare, ma fatico a vedere differenze tra i suoi ragionamenti e quelli del CCDU di Scientology contro la psichiatria, considerata una "industria di morte", o alla generale visione del mondo di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology.

D) Poi Maurizio Alessandrini passa a spiegare perché lui, "uomo della strada", si è interessato di sette, tanto da diventarne così esperto da essere audito in Senato (ed essere diventato referente della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato assieme a Don Aldo Bonaiuto).

Il figlio di 24 anni si unì a un gruppo di preghiera inviso ai genitori e a un certo punto abbandonò la casa materna per trasferirsi nella nuova comunità. A detta del padre, lo fece perché fu "plagiato" e "ipnotizzato" dalla "santona", di cui diventò trastullo sessuale.

Maurizio Alessandrini descrive un rituale di iniziazione a cui fu presumibilmente sottoposto il figlio, che però gli è stato riferito da una ex appartenente. Questo rituale, che presumo sia avvenuto parecchi anni fa, pare abbia totalmente spezzato la volontà del ragazzo, che ancora oggi (devo presumere) resterebbe nel gruppo non di sua vera volontà, ma perché manipolato - anche a livello endocrino.

Una umile studentessa di antropologia quale io sono, che ha dato soltanto tre esami quindi è agli inizi-inizi, non può esimersi dal pensare alla grande quantità e varietà di riti iniziatici e di passaggio che si compiono in ogni società, dove il rito sancisce proprio il passaggio, la trasformazione da uno stato precedente a uno successivo. Se dovessimo sanzionare tutti i riti iniziatici e di passaggio perché sintomatici di "menticidio" credo che dovremmo mettere in galera i quattro quinti della popolazione mondiale, o forse più. A iniziare dal battesimo e dalla cresima cattolici.

Non posso nemmeno esimermi dal pensare, utilizzando proprio quello spirito critico a cui si appella Alessandrini, alle figure dei santi tanto cari ai cattolici, che raggiungevano l'estasi proprio tramite il digiuno e la flagellazione del corpo, la negazione dei suoi bisogni (sonno, cibo, sessualità). Non posso non pensare a chi indossa quotidianamente il cilicio o ai Flagellanti (le loro processioni sono note), a chi sceglie la vita di clausura - scandita dalle preghiere a notte fonda. Con buona pace del giusto riposo.

E non posso non pensare a Gesù Cristo stesso, ai suoi 40 giorni di digiuno e contemplazione nel deserto. Secondo i cattolici, il Cristo e i santi dovrebbero esserci da esempio, ma quando poi la gente comincia a farlo sul serio... allora secondo alcuni è "plagiata".

Penso a che cosa sarebbe successo se all'epoca di Gesù fosse esistita una legge sul "plagio" (magari in fondo esisteva... visto che fu inchiodato a una croce perché considerato sovversivo dell'ordine costituito... come i "plagiati" odierni), o se fosse esistita all'epoca di San Francesco, che pure devolvette tutte le sue ricchezze ed era convinto di dialogare con gli animali... San Francesco è, appunto, un santo molto caro. Ma oggi verrebbe considerato un plagiato, un ipnotizzato, un fuori di testa. Magari l'accusatore principale sarebbe il padre.

Tornando a Maurizio Alessandrini, mi pare che tutto il suo discorso faccia leva sull'emotività, sulla paura... che sia un discorso che tende a colpire la parte irrazionale di noi e quindi sia un discorso persuasivo... cioè manipolativo.

A ben pensarci (utilizzando lo spirito critico), si direbbe che anche Alessandrini pare essersi auto-investito di una "missione salvifica universale" e voglia portare avanti il suo discorso "manipolando le menti" di chi lo ascolta. Per "manipolare la mente", e un esperto del calibro di Alessandrini - audito in Senato - deve saperlo, bisogna necessariamente passare dal cuore. Ed è ciò che lui fa in tutta la sua intervista, ben coadiuvato dal giornalista che lo sta intervistando. Alessandrini parla "col cuore in mano"... fa leva sulle paure ancestrali (Satana, il "diverso", il male incarnato dal nazismo) e sulla famiglia. Non cita un solo elemento razionale, obiettivo, scientifico. E, quando prova a farlo (i numeri del punto A) non fornisce elementi di riscontro ma anzi, stravolge il senso di un censimento che in realtà dice tutt'altro.

All'inizio dell'intervista, Alessandrini dice che la manipolazione mentale sarebbe "lo strumento per entrare nell'individuo, per portare l'individuo a credere all'incredibile e accettare l'inaccettabile per chi è al di fuori di quelle situazioni". A ben pensarci, mi pare che anche lui stia cercando di farci credere all'incredibile e ad accettare l'inacettabile, cioè che esistano tecniche e pratiche capaci di annullare totalmente la nostra volontà. Ma la scienza, quella razionalità critica che dovremmo seguire, non ha mai trovato evidenze che ciò sia possibile. Come non le ha trovate dei poteri taumaturgici di certi carismatici, o dei poteri "malefici" di diavoli e affini.

Esistono sicuramente persone fragili, persone più influenzabili di altre, ma già la legge prevede strumenti idonei alla loro tutela.

La "manipolazione mentale" sicuramente esiste, nel senso che tutti i gruppi sociali la praticano, perché tutti i gruppi sociali socializzano, "addestrano", "programmano" al proprio pensiero, ai propri usi e costumi. Anche le associazioni antisette.

Il problema sorge quando si devono porre dei paletti. A chi spetta il compito? Su quali basi?

Nessun commento:

Posta un commento