18 nov 2011

Intervista di Maurizio Alessandrini, fondatore del FAVIS

Alcune settimane fa ho postato i link all'intervista a Fabio Alessandrini, figlio di Maurizio fondatore della FAVIS, e alcuni estratti delle cose che ha detto durante l'intervista.

Ora ho trovato un'intervista radiofonica (prima parte, seconda parte) a Maurizio, il padre, rilasciata circa una settimana prima della decisione del figlio di parlare pubblicamente per la prima volta.

Ascoltando ciò che dice il padre e le sue accuse, diventa ora più chiaro perché Fabio, nella sua successiva intervista, si è tanto dilungato sugli aspetti della vita sessuale dei genitori, cosa che a me era risultata all'epoca poco comprensibile e mi aveva decisamente infastidita.

Le parole e il pensiero di Maurizio Alessandrini (il padre) sono molto interessanti perché rendono chiare le motivazioni delle associazioni antisette per la reintroduzione del reato di plagio abolito (con giusta ragione) oltre 30 anni fa. Sono parole che mi fanno rabbrividire e mi fanno ulteriormente riflettere su quanto una legge del genere sarebbe liberticida. Non sarebbe una legge a tutela della "mente umana", ma servirebbe a impedire alle persone di credere a ciò che vogliono. Nel caso si impuntassero a volerlo fare verrebbero punite dalle legge e con loro sarebbero puniti i propugnatori di filosofie, dottrine, credenze e pratiche che si discostano dalla "vera religione", qualunque essa sia.

Alessandrini sostiene che è sempre necessario conservare lo spirito critico, anche per il bene della democrazia. Sono del tutto d'accordo. Non si offenderà quindi Alessandrini se uso il pensiero critico per analizzare molto brevemente le sue parole (qui la trascrizione quasi integrale della sua intervista, su cui invito tutti a riflettere utilizzando il loro spirito critico).

A) I numeri: Alessandrini cita uno studio da cui risulterebbe che un milione e mezzo di persone sono coinvolte in sette che distruggono la mente. Si tratterebbe di un "cancro sociale" di cui i politici non si interessano. Alessandrini non cita gli autori dello studio, ma noi sappiamo chi sono (se ne è anche parlato qui).

Il censimento del "circa un milione e mezzo di aderenti" è a cura del CESNUR. Il numero si riferisce agli appartenenti a minoranze religiose (scendere un po' per trovare le tabelle). Tra di essi, 409.000 protestanti, 107.000 buddisti, quasi 200.000 tra cristiani ortodossi o altri non riformati, ebrei, musulmani, tradizioni orientali varie.

A sentire Alessandrini, però, si tratterebbe indistintamente di "sette" che praticano il "menticidio" e perciò seminano "vittime". Che lui difenderebbe.

Il mio senso critico mi porta a temere che il risultato del discorso di Alessandrini sia la generazione di panico morale. Dipinge una realtà di "cancro sociale" che in effetti non esiste, a meno di non voler considerare cancerogeno chi si discosta dalla "vera religione" (cattolica? La sua?).

B) Gli unici esempi italiani che Alessandrini e il giornalista fanno del plagio di cui si macchierebbero indistintamente le minoranze religiose sono Mamma Ebe, un non meglio identificato santone brasiliano, delle ancor meno identificate "sette sataniche" e naturalmente il figlio di Alessandrini, Fabio, che sarebbe stato plagiato, ipnotizzato, usato sessualmente e ridotto a una "regressione infantile" ("peggio di un bambino") dalla sua "santona".

C) Secondo Alessandrini, tutte queste "sette" sarebbero l'incarnazione stessa del Male, cioè di Satana. Tutte le "sette" sarebbero quindi delle "altre forme" di satanismo. Aggiunge poi che "il satanismo è un movimento che è anche a livello mondiale e che gestisce un certo potere." Un potere che "il satanismo" (??) condividerebbe con il sempreverde complotto giudaico/massonico (i giudei non vengono nominati, si parla di "grandissima economia" ma direi che il concetto sottostante non cambia) e con gli ideali del nazismo.

Anche in questo caso, mi pare che l'esito del discorso di Alessandrini sia il panico morale. Paventa infatti complotti occulti e gli spettri di un passato le cui cause lui attribuisce alle credenze esoteriche di Hitler e delle SS, che sarebbero state un "ordine monacale".

Alessandrini mi voglia perdonare, ma fatico a vedere differenze tra i suoi ragionamenti e quelli del CCDU di Scientology contro la psichiatria, considerata una "industria di morte", o alla generale visione del mondo di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology.

D) Poi Maurizio Alessandrini passa a spiegare perché lui, "uomo della strada", si è interessato di sette, tanto da diventarne così esperto da essere audito in Senato (ed essere diventato referente della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato assieme a Don Aldo Bonaiuto).

Il figlio di 24 anni si unì a un gruppo di preghiera inviso ai genitori e a un certo punto abbandonò la casa materna per trasferirsi nella nuova comunità. A detta del padre, lo fece perché fu "plagiato" e "ipnotizzato" dalla "santona", di cui diventò trastullo sessuale.

Maurizio Alessandrini descrive un rituale di iniziazione a cui fu presumibilmente sottoposto il figlio, che però gli è stato riferito da una ex appartenente. Questo rituale, che presumo sia avvenuto parecchi anni fa, pare abbia totalmente spezzato la volontà del ragazzo, che ancora oggi (devo presumere) resterebbe nel gruppo non di sua vera volontà, ma perché manipolato - anche a livello endocrino.

Una umile studentessa di antropologia quale io sono, che ha dato soltanto tre esami quindi è agli inizi-inizi, non può esimersi dal pensare alla grande quantità e varietà di riti iniziatici e di passaggio che si compiono in ogni società, dove il rito sancisce proprio il passaggio, la trasformazione da uno stato precedente a uno successivo. Se dovessimo sanzionare tutti i riti iniziatici e di passaggio perché sintomatici di "menticidio" credo che dovremmo mettere in galera i quattro quinti della popolazione mondiale, o forse più. A iniziare dal battesimo e dalla cresima cattolici.

Non posso nemmeno esimermi dal pensare, utilizzando proprio quello spirito critico a cui si appella Alessandrini, alle figure dei santi tanto cari ai cattolici, che raggiungevano l'estasi proprio tramite il digiuno e la flagellazione del corpo, la negazione dei suoi bisogni (sonno, cibo, sessualità). Non posso non pensare a chi indossa quotidianamente il cilicio o ai Flagellanti (le loro processioni sono note), a chi sceglie la vita di clausura - scandita dalle preghiere a notte fonda. Con buona pace del giusto riposo.

E non posso non pensare a Gesù Cristo stesso, ai suoi 40 giorni di digiuno e contemplazione nel deserto. Secondo i cattolici, il Cristo e i santi dovrebbero esserci da esempio, ma quando poi la gente comincia a farlo sul serio... allora secondo alcuni è "plagiata".

Penso a che cosa sarebbe successo se all'epoca di Gesù fosse esistita una legge sul "plagio" (magari in fondo esisteva... visto che fu inchiodato a una croce perché considerato sovversivo dell'ordine costituito... come i "plagiati" odierni), o se fosse esistita all'epoca di San Francesco, che pure devolvette tutte le sue ricchezze ed era convinto di dialogare con gli animali... San Francesco è, appunto, un santo molto caro. Ma oggi verrebbe considerato un plagiato, un ipnotizzato, un fuori di testa. Magari l'accusatore principale sarebbe il padre.

Tornando a Maurizio Alessandrini, mi pare che tutto il suo discorso faccia leva sull'emotività, sulla paura... che sia un discorso che tende a colpire la parte irrazionale di noi e quindi sia un discorso persuasivo... cioè manipolativo.

A ben pensarci (utilizzando lo spirito critico), si direbbe che anche Alessandrini pare essersi auto-investito di una "missione salvifica universale" e voglia portare avanti il suo discorso "manipolando le menti" di chi lo ascolta. Per "manipolare la mente", e un esperto del calibro di Alessandrini - audito in Senato - deve saperlo, bisogna necessariamente passare dal cuore. Ed è ciò che lui fa in tutta la sua intervista, ben coadiuvato dal giornalista che lo sta intervistando. Alessandrini parla "col cuore in mano"... fa leva sulle paure ancestrali (Satana, il "diverso", il male incarnato dal nazismo) e sulla famiglia. Non cita un solo elemento razionale, obiettivo, scientifico. E, quando prova a farlo (i numeri del punto A) non fornisce elementi di riscontro ma anzi, stravolge il senso di un censimento che in realtà dice tutt'altro.

All'inizio dell'intervista, Alessandrini dice che la manipolazione mentale sarebbe "lo strumento per entrare nell'individuo, per portare l'individuo a credere all'incredibile e accettare l'inaccettabile per chi è al di fuori di quelle situazioni". A ben pensarci, mi pare che anche lui stia cercando di farci credere all'incredibile e ad accettare l'inacettabile, cioè che esistano tecniche e pratiche capaci di annullare totalmente la nostra volontà. Ma la scienza, quella razionalità critica che dovremmo seguire, non ha mai trovato evidenze che ciò sia possibile. Come non le ha trovate dei poteri taumaturgici di certi carismatici, o dei poteri "malefici" di diavoli e affini.

Esistono sicuramente persone fragili, persone più influenzabili di altre, ma già la legge prevede strumenti idonei alla loro tutela.

La "manipolazione mentale" sicuramente esiste, nel senso che tutti i gruppi sociali la praticano, perché tutti i gruppi sociali socializzano, "addestrano", "programmano" al proprio pensiero, ai propri usi e costumi. Anche le associazioni antisette.

Il problema sorge quando si devono porre dei paletti. A chi spetta il compito? Su quali basi?

12 nov 2011

I gruppi anti-sette e l'intervista di Fabio Alessandrini

Nel post precedente ho pubblicato i link dell'intervista a Fabio Alessandrini (e stralci della stessa) il quale per la prima volta dopo 11 anni di accuse del padre Maurizio aveva deciso di far sentire la sua versione dei fatti. (Qui la trascrizione dell'intervista di Maurizio Alessandrini)

Nel mio intervento si evince chiaramente (l'ho pure scritto) che non acquistavo a scatola chiusa le affermazioni di Fabio sul suo passato e la sua famiglia, ma solo che ritenevo giusto ascoltare anche l'altra campana. Dopo aver ascoltato per un decennio Maurizio Alessandrini (che è referente della Squadra Anti Sette della Polizia di Stato, è stato sentito in qualità di "esperto di sette" e "problematiche della manipolazione mentale" dalla Commissione Giustizia del Senato in tema di DDL 569 - reintroduzione reato di "plagio", ha collaborato con Occulto Italia di Pitrelli e Del Vecchio; infine la FAVIS è federata FECRIS), valeva senz'altro la pena ascoltare anche il figlio.

Oserei dire che sarebbe imperativo che la Commissione Giustizia ascoltasse anche Fabio Alessandrini, visto che il padre lo ha reso emblema di quella manipolazione mentale per cui auspica una legge fortemente punitiva.

A distanza di un mesetto dall'intervista di Fabio, vorrei ora commentare la reazione su Internet del mondo antisette, quello che dovrebbe combattere il settarismo - cioè la chiusura a visioni diverse dalla propria. Sono riuscita a trovare due reazioni, ma se ne esistono altre per favore segnalatemele.

La prima è una serie di post del 16 ottobre 2011 di Maria Pia Gardini su EXSCN, intitolata "OT;LA CATTIVERIA UMANA NON HA LIMITE"

Maria Pia Gardini, attiva e visibile esponente ARIS (federata FECRIS), mi taccia di "cattiveria indicibile" per aver dato visibilità all'altra campana. L'intervista a Fabio Alessandrini sarebbe una "fogna". Il suo post merita di essere letto, se non altro perché pare scritto da OSA, il temibile Ufficio Affari Speciali di Scientology, quando si occupa di un ex divenuto critico.

Alcune affermazioni interessanti appaiono nel terzo post della serie, sempre a firma Gardini, secondo cui "un ricercatore, un osservatore o uno studioso equilibrato e intellettualmente onesto, non conoscendo la realtà umana e intellettuale E PROCESSUALE legata a questo caso, si sarebbe dovuto limitare eventualmente a riportare questa testimonianza senza commenti personali di sorta."

Con questa frase Gardini afferma implicitamente che lei stessa, così come tutto il mondo antisette a cui appartiene, non rientra nella categoria dei "ricercatori, osservatori o studiosi equilibrati e intellettualmente onesti" giacché è difficile non considerare la parola "fogna" un commento personale.

La realtà è che ricercatori, osservatori e studiosi sono legittimati a dare giudizi e a trarre conclusioni, purché tengano separati i fatti (e nel caso dell'intervista a Fabio Alessandrini il "fatto" sono le sue stesse affermazioni, vere o false che siano) dalle opinioni personali.

Poiché Fabio Alessandrini parla della sua vita in famiglia e non della sua vita nel gruppo, conoscere le vicende processuali della sua "santona" è irrilevante in questa sede.

Gardini dice poi che (maiuscolo in originale): "STRANAMENTE ALL'INDOMANI DELLA PARTECIPAZIONE DEL PADRE PRESIDENTE DELLA FAVIS, ALL'AUDIZIONE DEL 28 SETTEMBRE SCORSO, SU INVITO DELLA COMMISSIONE GIUSTIZUA DEL SENATO, AI FINI DELL'INDAGINE CONOSCITIVA SUL FENOMENO DELLA MANIPOLAZIONE MENTALE DEI SOGGETTI DEBOLI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE COSIDETTE "SETTE" CON RIFERIMENTO AL DDL 569. "

Perché "stranamente"? Come mi faceva notare un osservatore di EXSCN e di free.it.religioni.scientology, non c'è nulla di strano che Fabio abbia deciso di parlare "all'indomani ecc.", anche considerata la lunga intervista del padre di una settimana prima che lo riguardava direttamente.

Sono 11 anni che Maurizio Alessandrini/FAVIS porta la sua esperienza (padre di un figlio "plagiato") come simbolo stesso dell'esistenza del plagio, tanto da andare in Senato a perorare la sua causa. Che cosa c'è di strano che il "plagiato per eccellenza" decida di averne avuto abbastanza, visto che una legge del genere lo riguarderebbe in prima persona? Credo che a questo punto la Commissione dovrebbe sentire anche Fabio Alessandrini.

La seconda "reazione antisette" proviene dal forum CeSAP (associazione federata FECRIS assieme a ARIS e a FAVIS) e a intervenire è la stessa presidente Lorita Tinelli. Il 18 ott. un utente dà il link all'intervista a Fabio pregando di visionarla per farsi un'idea più completa della situazione.

La replica della presidente del CeSAP, che elimina i link all'intervista, si commenta da sola e anch'essa ricorda molto ciò che si legge quotidianamente su blog come Etica e Verità di Scientology:

Gentile signora/e "verità nascoste" (siamo messi molto male con la fantasia, visto il numero dei blog che nell'ultimo periodo nascono sotto questo nome, sempre col desiderio di voler far emergere qualcosa di così profondamente nascosto che è così nascosto da doverselo inventare), conosciamo molto bene la storia che riguarda Fabio, anche dal punto di vista documentale e giuridico. Non ci prestiamo quindi alla divulgazione di notizie false e intenti diffamatori. Forse sguazzerebbe meglio negli altri ambienti che, in questi giorni, stanno offrendo tanto piacere a chi sa bene come galleggiare nel fango e soprattutto come lanciarlo sugli altri. Se avesse qualcosa di più costruttivo da raccontarci, sarà la/il benvenuta/o, ma informazioni di questo tenore e con questi obiettivi le vada ad offrire altrove dove, evidentemente, la sua comunicativa e la sua morale saranno più apprezzate.

Lorita

Mi pare che in entrambi i casi la reazione "antisette" (Gardini e Tinelli) sia di chiusura totale verso Fabio e la sua versione dei fatti, la quale sarebbe costituita solo da "notizie false e intenti diffamatori". O peggio, sarebbe una "fogna". Da un lato Fabio viene presentato come una vittima di setta che andrebbe aiutato. Dall'altro come um diffamatore che dice solo falsità. Purtroppo è così che funziona il mondo antisette, che a me ricorda molto il mondo delle "sette" - quello che ti ritiene degno di aiuto fino a che chini la testa e obbedisci.

Inoltre in entrambi i casi si fa riferimento al "punto di vista giuridico/PROCESSUALE". Fabio è stato condannato per qualcosa? Mi pare di no.

È invece in corso un procedimento parecchio controverso contro Patrizia Valmaggi, assolta in primo grado dall'accusa di maltrattamenti verso due minori, con una sentenza che fece molto scalpore e si meritò un'interpellanza dell'on. Meduri (uno dei sostenitori del plagio). Il giudice infatti decise che Valmaggi doveva essere assolta e la colpevole era la madre, entrata volontariamente nel gruppo e con patria potestà sulle figlie.

Il reato è andato in prescrizione ma il giudice di appello ha stabilito una provvisionale di 10.000 per ciascuna bambina. Se non capisco male, significa che ora dovrà esserci un giudizio civile per cui non è ancora stata detta la parola fine (e chissà quando lo sarà).

Almeno questo è quanto si evince dai documenti presenti sul sito CeSAP, che però non mi pare citi la condanna in primo e in secondo grado di un'esponente veneta della FAVIS ai danni della Valmaggi.

10 nov 2011

L'intervista a Fabio Alessandrini, figlio dei fondatori FAVIS

Fabio Alessandrini è figlio di Maurizio, fondatore e animatore del FAVIS - Familiari Vittime delle Sette, associazione di Rimini.

La FAVIS è membro permanente della FECRIS - federazione europea dei centri di ricerca sul settarismo - assieme ad altre tre associazioni italiane: ARIS Veneto, ARIS Toscana, CeSAP.

Con le suddette associazioni si batte da anni per la reintroduzione del reato di plagio. Alessandrini è anche stato sentito di recente - in qualità di esperto - in audizione al Senato per il DDL sulla manipolazione mentale. Da molti anni rilascia interviste televisive e a stampa sulla triste vicenda del figlio "plagiato e irretito dalla setta distruttiva". Lui, come padre, ha sentito il dovere di attivarsi per mettere in guardia le altre famiglie dai pericoli che certi gruppi rappresentano per l'unità e la serenità familiare.

Apparentemente di quel figlio si erano perse le tracce. Da parte sua, il ragazzo (ora uomo fatto) non aveva mai rilasciato dichiarazioni sulla campagna del padre contro di lui e il suo gruppo. Dai racconti di Alessandrini-padre, io me l'immaginavo "prigioniero" in qualche cascinale immerso nelle nebbie venete, isolato dal mondo.

Il 6 ottobre scorso, Fabio Alessandrini ha rilasciato a una TV di Rimini la sua prima, lunga intervista sulla vicenda che l'ha visto involontario protagonista. Qui la prima parte, qui la seconda.

Ho trovato molto interessante il suo racconto, se non altro perché ritengo sia sempre indispensabile sentire sempre tutte le campane. Finalmente abbiamo modo di ascoltare il punto di vista di quest'uomo, che il padre da anni definisce "plagiato".

Mi hanno infastidita i racconti di Fabio sulla vita sessuale dei genitori, ma credo che per inquadrare quello che Alessandrini-padre descrive pubblicamente da 11 anni come "un figlio plagiato dalla setta che distrugge le famiglie, tanto che io non vedo più mio figlio da anni e lui ha troncato i rapporti con la sua famiglia", sia necessario capire come quel figlio abbia vissuto la famiglia e le relazioni familiari.

Se ciò che dice Fabio è vero, allora siamo di fronte a un bambino cresciuto in una situazione familiare molto particolare dove da una parte il padre ha brillato per assenza, dall'altra si è distinto per ingerenze nelle scelte del figlio.

Dalle parole di Fabio emerge il ritratto di un ambiente familiare destabilizzante per chiunque. Fabio viveva il padre Maurizio come uno "zio lontano" che si faceva vedere ogni tanto. I punti di riferimento affettivi di Fabio erano la madre e la sua compagna convivente. Non c'è da stupirsi se poi, una volta trovata un'alternativa a quel modo di vivere, vedere, strutturare il mondo e i rapporti interpersonali, Fabio abbia abbracciata al volo quell'alternativa.

Fabio racconta che alla sua entrata nel gruppo (di cui non dice nulla) il padre, la madre e la di lei compagna cominciarono a dirgli che era un "plagiato", ovvero un incapace totale.

Sono accuse che non aiutano a capire il suo disagio interiore e che sicuramente farebbero allontanare qualsiasi persona se le senta fare ripetutamente.

I genitori e la compagna della madre fondarono addirittura una "associazione antisette" e lo hanno preso a emblema del "male che le sette fanno alla famiglia". Non solo: Fabio dice che il comportamento dei suoi parenti gli ha fatto terra bruciata nella sua comunità di riferimento (Rimini), tanto che alla fine si è trasferito.

Sicuramente non prendo le sue parole per oro colato, ma se anche solo la metà di quello che dice è vero (e non ho motivo di ritenere che non lo sia), ce n'è già più che a sufficienza per farsi qualche domanda e inquadrare meglio la vicenda.

Vicenda che, ripeto, Alessandrini padre - con la sua FAVIS e il suo attivismo - ha voluto far diventare il simbolo della "pericolosità delle sette" e l'emblema stesso della necessità di una legge sul plagio.

Questa intervista mi pare anche un assaggio di ciò che potrebbe accadere se fosse approvata la legge sulla manipolazione mentale che FAVIS, ARIS e CeSAP reclamano a gran voce. Panni sporchi lavati in pubblico, il verdetto lasciato nelle mani degli psichiatri, ma soprattutto famiglie definitivamente distrutte.

Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza delle persone che entrano in un gruppo che noi definiamo "settario" ne escono autonomamente nel giro di alcuni anni. L'uscita diviene meno percorribile se l'alternativa al gruppo sono familiari che si lasciano convincere da qualche "associazione antisette" che i parenti sono dei "plagiati" e vanno a sollevare polvere sui media, piuttosto che affidarsi a esperti di mediazione familiare.

Prelogica, logica classica, credenze e plagio

Tra maggio e giugno 2011, sul newsgroup free.it.religioni.scientology si è tenuta un’interessante discussione sugli effetti psicologici a lungo termine, derivanti dall’affiliazione a gruppi denominati “ad alte pretese” (si veda il thread: Erni: stato del mio problema).

Durante la discussione un utente diede i link a due blog collegati a Scientology, con questo commento:
"Se qualcuno ha dei dubbi su come tale setta può ridurre la capacità analitica e critica di una persona non ha che da valutare i molteplici esempi concreti forniti dai suoi aderenti"
Prima di dare per scontato che sia “tale setta” a produrre effetti riduttivi delle capacità logiche dell'affiliato, è però necessario considerare anche le caratteristiche personologiche pre-esistenti all’affiliazione.

Se è vero che la frequentazione di certi gruppi e l’interiorizzazione di certe credenze dà effetti che possono perdurare a lungo, anche dopo l'allontanamento dal gruppo (quelli lamentati da Erni), è altrettanto vero che alcune persone vengono attratte da certe dottrine perché già abituate a ragionare in un certo modo e perciò predisposte ad accettare certe credenze. Per esempio, gli esperti incaricati dal giudice istruttore Mulliri di periziare alcuni affiliati a Scientology, evidenziarono quanto il “pensiero magicopre-esistente avesse influito sulla scelta di aderire.

Levy-Bruhl la chiamava "mentalità prelogica". Inizialmente la attribuì ai popoli "primitivi", ma in seguito si arrese all'evidenza che quel tipo di mentalità è presente anche tra i "civilizzati". Lo studioso francese sosteneva che non si trattava di irrazionalità, ma di un modo diverso di pensare. Un pensiero basato sulla "legge di partecipazione" e non sul principio aristotelico di non contraddizione e sulla legge di identità, che secondo Levy-Bruhl sono tipiche delle mentalità occidentali.

La dottrina che si è scelto di abbracciare, quindi, non fa che legittimare e confermare una visione del mondo che già appartiene all'individuo (anche se poi la maggioranza non resta a lungo perché capisce che quel gruppo non risponde efficacemente alle aspettative).

Anche la lettura degli innumerevoli newsgroup, forum e blog dedicati alle religioni, alle terapie alternative o alle teorie del complotto, induce a pensare che non sia l'adesione alla "setta" a ridurre le capacità critiche e analitiche dell'affiliato, ma al contrario siano i suoi pre-esistenti schemi logici a fargli accettare i principi e le promesse del gruppo.

Diventa perciò interessante ragionare sul concetto di "legge di partecipazione" vs "logica classica" (che Levy-Bruhl identificava con quella greca). Entrambe ci appartengono, facciamocene una ragione. Il peso di questi due differenti parametri varia per ognuno di noi, in alcune persone una è preponderante sull'altra, una è emotivamente più utile dell'altra, ecc., ma è facile constatare che la "setta" altro non fa che legittimare quello che già ci appartiene: il nostro modo di ragionare e il nostro "essere globale".

Mi interesso di Nuovi Movimenti Religiosi da una quindicina d'anni e ho avuto modo di rapportarmi con decine di ex. Quello che forse non tutti sanno [1] è che non sono pochi quelli che, dopo l'uscita da Scientology, abbracciano sistemi di credenza non meno "prelogici" (rif. Levy-Bruhl) di quello che hanno appena lasciato: gruppi cattolici di frangia, carismatici-indovini e veggenti stigmatizzati, profeti per il cui tramite ci parlano la Madonna o una divinità o gli extraterrestri, contattisti istruiti da intelligenze aliene, channeler posseduti dalle più svariate entità, audaci forme sincretiche, fantasiose terapie alternative, ecc.

Conversando con ex membri di Scientology in merito alle loro attuali credenze (e quelle pre-Scientology), è facile constatare come spesso dimostrino quella "mentalità prelogica" di cui parlava Levy-Bruhl e abbraccino ogni possibile "illogicità" (rif. logica classica). Dalle scie chimiche ai cerchi nel grano, ai vari "dibellismi". Diventa quindi doveroso porsi qualche domanda sulla "truffa di Scientology".

Interessante in tale senso è il caso di un ex di Scientology, gruppo a cui aveva aderito a fasi alterne per una ventina d'anni, facendo dentro e fuori e lasciandoci diverse migliaia di euro (che ora rivoleva indietro). Questo ex affiliato, ora ferocemente critico verso il gruppo che accusava di ogni sorta di nefandezza, un giorno mi disse che l'autorità carismatica (maestra? Guru?) suo attuale punto di riferimento, dà (cioè promette) le "stesse cose che ti dà Scientology" (il ricordo delle vite precedenti, la spiegazione di comportamenti inconsci, "proprietà magiche" di "riti" o "pozioni" [2], ecc.), solo che - testuali parole - "le paghi molto meno, magari 200 euro dove Scientology te ne chiede mille". Sua conclusione: "vale la pena, no?"

È ovvio che ne vale la pena, se è la magia ciò che si sta cercando. Diventa però evidente che non siamo di fronte a una "certa setta" in grado di "ridurre la capacità analitica e critica di una persona" (per usare le parole dell’utente sopra citato).

A questo punto il problema non verte più solo sulle capacità critiche/analitiche individuali. Entrano in gioco questioni ben più prosaiche, come ad esempio i soldi. Nell'esempio appena citato, scopriamo che le veementi critiche di truffa, plagio, ecc. rivolte all'ex gruppo di appartenenza, sono dovute al risentimento per gli alti costi (in denaro e energie) sostenuti per "promesse magiche" che altrove sono disponibili a prezzi/costi inferiori e non al supposto plagio, ecc.

Si tratta del "mercato dello spirituale", come l'ha brillantemente definito Introvigne, dove l'accusa di "plagio" diventa un alibi. Tra l'altro si tratta di una alibi che - attribuendo ad altri la facoltà "magica" di spogliare l'individuo della sua volontà e delle sue capacità critiche - fa nuovamente ricorso al "pensiero magico". E risulterà vano ricordare a questi "plagiati" che la scienza (frutto del pensiero critico e analitico) non trova riscontri oggettivi che tale capacità esista.

Il paradosso è che per giustificare la loro personale avventatezza e "prelogicità", queste persone invocano una legge sulla "manipolazione mentale" (nuova denominazione del vecchio plagio), che come tale riguarda la libertà di pensiero di tutti i cittadini.

Sarebbe una soluzione inaccettabile. È innegabile che certi gruppi adottano forme manipolative molto forti, che certe persone sono più fragili di altre, ecc., ma per l'avventatezza e per il desiderio di "proprietà magiche" (o l'incapacità intesa in senso legale) di pochi non devono pagare tutti. Le leggi per tutelare certe forme di violenza psicologica, di condizionamento indebito, di circonvenzione di incapace e di truffa esistono già, basta farvi ricorso. O certuni pensano forse che sia più facile dimostrare un plagio (scientificamente inesistente) di una circonvenzione di incapace?


Note:

[1] Tra gli altri, certi giornalisti scandalistici, che si limitano a porre quelle poche domande utili a confermare le proprie tesi/pregiudizi, per scrivere poi articoli allarmistici fatti apposta per solleticare la curiosità pruriginosa del lettore, notoriamente risvegliata dalle famose "quattro esse": sesso, sangue, soldi, salute. Le cronache recenti ce lo confermano, con tanto di onnipresenti "esperti", come la bionda e plastificata criminologa televisiva, che si ripete come un disco rotto per dire tutto e il contrario di tutto.

[2] Proprietà magiche, riti e pozioni: sto applicando le categorie delle scienze sociali dove per proprietà magiche si intende il tentativo di agire sul mondo naturale e modificarlo a proprio piacimento attraverso riti, rituali, parole speciali, incantesimi, contatti con la divinità di riferimento, ecc. I riti sono le azioni compiute per entrare in contatto con questa alterità sovrannaturale (es. l'auditing di Scientology che metterebbe in contatto con il "vero io", cioè "il thetan che tu sei"), le pozioni sono quei preparati a cui vengono attribuite proprietà speciali, si tratti del “cal-mag” scientologico o di acque/preparati dotati di coscienza.